Scaglionati come i musicanti di Brema siamo rientrati in italia dalla spedizione nelle Prokletije (versante montenegrino delle alpi albanesi), posto enorme con potenziale esagerato. Nonostante le sole due settimane a disposizione i risultati non si sono fatti attendere. Dalla zona del Belijc dove avevamo deciso di impostare il nostro campo, (un posto sperso a picco sui lapiez che condividevamo solo con lumache e toposauri ad oltre 2000 di quota) sono scappati fuori oltre 30 nuovi ingressi. Di questi circa una ventina sono stati esplorati e rilevati. Ne è venuta fuori una bella raccolta di pozzi a neve, era prevedibile, tappi e poco buoni dai 20 ai 50 metri di profondità, ma anche tre grottine da -50 circa già strutturate con meandri e affini, un -100 interessante, e dulcis in fundo un bel -300 circa con una incredibile sequenza di quasi 200 metri di verticali e bellissimi meandri pieni pieni di arrivi e giunzioni. Considerato che avevamo portato con noi circa 300 metri di corde e andavamo a naturali e spit, di più si faceva fatica a fare. il discreto abisso è già diventato la grotta più profonda del massiccio nonchè una delle importanti del montenegro, ma considerato che sotto i piedi ci sono oltre 600 metri di potenziale... se il vento continua a girare bene il bypass per proseguire forse l'abbiamo già trovato. ci siamo dovuti fermare su pozzo dopo aver finito anche l'ultimo metro di corda, longe compagnia bella, ormai rimanevano solo le stringhe degli scarponi. Considerato che questa si apre sotto i 2000 e che le cime superano i 2500 abbiamo di che sognare. Il ritorno è ovviamente già in cantiere, magari con qualche maglia della salute in più nello zaino, buona pure per incartare qualche chiodo da ghiaccio, visti 2 gradi scarsi, l'acqua fresca e l'abbondanza di granite sospese.