"Atlante nemico dei Numi, che tutti sa del mare gli Abissi, che regge i pilastri alti, che l'un dall'altro dividono il Cielo e la Terra".
Odissea - Libro I
Partirà il prossimo 16 gennaio una nuova Spedizione-Survey speleologica nell'Alto Atlante del Marocco. La scelta del periodo invernale per andare a perlustrare zone oltre i tremila metri di quota è chiaramente dettata dalla speranza di sfruttare la circolazione d'aria per discriminare gli obiettivi buoni. Il Marocco nonostante una grandissima estensione di superfici calcaree non è una destinazione facile per la speleologia. Le aree da perlustrare sono enormi, le tracce epicarsiche quasi sempre assenti o fortemente mascherate e in estate chiaramente l'acqua è un problema quasi irrisolvibile sopratutto per lunghe permanenze in alta quota. Almeno quest'ultimo problema in inverno si risolve facilmente a patto di avere abbastanza benzina per fondere la neve. Allo stato attuale delle conoscenze l'Alto Atlante in particolare (parliamo di una zona vasta come l'intera catena alpina) appare ancora particolarmente avaro di fenomeni carsici profondi questo nonostante non siano mancate negli anni numerose spedizioni, principalmente francesi, ma anche inglesi e italiane. Anche noi non siamo nuovi a spedizioni in quel paese e questa nuova survey riprende infatti le fila di un discorso iniziato molti anni fa e continuato recentemente proprio con una survey invernale nel 2015 durante la quale proprio il marcatore delle correnti d'aria sullo strato nevoso, (anche a causa delle enormi differenze di temperatura tra notti invernali e aria dei sistemi -15 vs 12) si è confermato forse l'unico modo di realizzare una survey seria in quelle zone, Questa volta tenteremo la fortuna in alcuni massicci posti ad una trentina di chilometri più a sud, in una zona compresa sempre nell'area del Jebel M'Goun. Le zone scelte risultano infatti composte da una facies carbonatica che fa sperare e con la presenza di importanti risorgenze presso i bordi delle unità litologiche. Zone che dalle abbondanti ricerche bibliografiche risultano non essere state oggetto di precedenti spedizioni speleologiche organizzate e men che mai di survey invernali. L'idea se tutto andrà come progettato, è quella di un lungo trek-transect di una dozzina di giorni in autonomia su circa 70 km di percorso attraverso una serie di grandi plateau fortemente carsificati. dove installare due o tre campi base da cui verificare le potenzialità e identificare potenziali target.
Il maestoso Jbel Rhat dal passo del Tizi 'n Tirghist. Tutta la montagna oltre ad essere importante zona di transumanza verticale estiva è da sempre un luogo simbolico caratterizzato da impressionanti quantità di incisioni rupestri che abbracciano un orizzonte di migliaia di anni. Il suo grande sinclinale contiene vaste zone carsificate ed è stato oggetto di una prospezione francese nei 1982 e quindi di una spedizione inglese nel 2001. Nel 2015 dopo aver perlustrato la vicina area del Jbel Tadaghast, anche noi vi realizzammo una breve survey. |