venerdì 2 settembre 2016

Cavalcando il Serpente d'acqua







Se uno parte per attraversare mezzo mondo alla ricerca dei più grandi fiumi sotterranei, non è che se poi capita che li trovi sta tanto li a pensarci... mi bagno o non mi bagno... Certo che quando mi ritrovo davanti alla versione underground del fiume Auk, con la prospettiva di doverlo attraversare in prima per tendere la tirolese, un paio di pensieri mi passano in testa. Va bene giocare con l'acqua ma questo fa almeno cinquanta metri cubi, l'abbiamo anche misurato per difetto... non sono mica tanto sicuro che si possa fare, ha un non so che di immorale... Si di fuori l'abbiamo già traversato diverse volte è forte ma si fa, certo che questa notte ha anche piovuto... l'acqua da trasparente smeraldo è diventata un bel cioccolato turbinoso.. e poi di fuori vedi dove vai, qui invece mica tanto. Ci tocca puntare tutte le luci ed il faretto per capire la sponda e la traiettoria ad arco che dovrei percorrere a nuoto. Assicurato a valle da Pacu, l'idea è semplice, si parte da monte, almeno trenta quaranta metri e quindi con nuotata decisa si punta l'altra sponda. Ovviamente la corrente fa il suo gioco, forse potrei guadagnare un metro ogni due verso valle... forse. L'importante e non finire troppo verso le grandi rapide che mi guardano in fondo a sinistra... li corda o non corda è un buon posto per affogare, e poi quelle sarebbero l'ultima cosa che vedo prima di essere sparato nel sifone che occhieggia altri cento metri più a valle. Pacu dice che visto che è abbastanza vicino all'esterno, forse se uno viene sparato abbastanza in fretta potrebbe avere buone possibilità di essere sputato vivo all'esterno. La cosa non mi convince. Proviamo un paio di lanci con l'arpione per creare una linea guida su cui scivolare a corrente... un tiro, due, tre.... tutti arrivano al massimo a due terzi del fiume... non c'è modo di far arrivare la nostra ancora sull'altra riva. Qui o si torna indietro o si prova a nuoto come  gli antichi. Senza pensarci oltre, altrimenti cambio idea, risalgo a monte pronto per nuotare l'arco di fiume fino all'altra sponda. A parte Pacu che mi fa sicura gli altri si accorgono di tutto quando sono già in acqua... la corrente tira ma ci si nuota, più o meno, insomma capisco di riuscire a spostarmi verso la sponda. Le luci illuminano il punto di approdo teorico che devo raggiugere... intorno alla metà del fiume la corrente accelera, vedo le sponde correre rapide e con loro i miei vari punti di approdo. Spiaggia di Miami si scende, Copacabana eccola che passa, Rimini... ultima chiamata per Rimini. Tutti i posti comodi dove sbarcare sono ormai dietro di me, davanti restano un paio di scogliere in stile mar di Croazia, quindi partono i quaranta ruggenti in stile affogato di Patagonia in salsa di soia.  Oltre c'è solo Cariddi, che già mi guarda con la coda dell'occhio. Probabilmente il fiume viaggia verso i due metri al secondo... quindi tutto questo dura una trentina di secondi al massimo. Trenta secondi per una lunga diagonale planante... poi all'improvviso punto una specie di piccolo golfo tra le scogliere, una rientranza appena prima delle rapide. Ci potrei arrivare, sopra sembrano esserci alcuni metri di arrampicata per uscire... ma a quello ci si pensa dopo, se c'arrivo. Prossima ed ultima fermata Golfo di buona speranza. Mancheranno sei sette metri, la corrente sembra rallentare un capo mi protegge leggermente, perdo meno metri verso valle. Adesso devo atterrare al volo, ovvero fermarmi prendendo al volo qualcosa di spigoloso e resistente. Arrivo in abbrivio, le mani davanti libere per prendere al volo la parete, sia resa sempre grazia all'attrito, un paio di buone prese e sono fermo a bordo parete. Immerso fino al collo, trascinato più o meno orizzontale dalla corrente, ma fermo. Mi sembra d'essere allunato. Prendo fiato, arrampico i pochi metri sopra di me e lancio un urlo liberatorio. Dall'altro lato è tutto un rispondere all'urlo e agitare di luci lontane. Fiume Auk ti possiamo esplorare!





Thomas percorre la prima tirolese all'andata sembra anche un bel gioco...






















Alcune ore dopo... dopo la seconda cascata alta oltre cinquanta metri che ci si attiva accanto tra rombi e venti furiosi cominciamo a pensare che sia il caso di uscire... L'acqua nel fiume largo oltre trenta metri sale a vista d'occhio e dalla galleria lontana continuano ad arrivare rumori e boati sinistri... oltre ad un gran vento...

Paolo alle prese con la corrente al ritorno...



Attorno a noi l'acqua sale rapidamente, il fiume ha probabilmente superato i 100 metri cubi e anche la corrente  è aumentata si velocità