domenica 18 settembre 2016

Come sono nati i fiumi Sapalewa e Makina, progenitori di tutti i fiumi di Seram.

Una volta sull'isola di Seram c'era una grande montagna, l'intera isola era costituita da un altopiano. Al centro di questo, in un posto più o meno dove oggi si trovano le sorgenti del Makina e del Sapalewa, viveva una coppia, marito e moglie. Li ad una certa distanza dal villaggio, avevano costruito il loro Pondok, la loro capanna. L'uomo si chiamava Loemakina e la moglie Sapalewa. Un giorno si misero a catturare pidocchi nella loro capanna. Una volta catturati li raccolsero su un pezzo di corteccia, dove questi si trasformarono in grandi larve del legno. Portarono queste larve al villaggio, dove vennero da tutti mangiate con gusto. Gli abitanti del villaggio avevano più volte chiesto ai due come riuscissero a vivere. Non erano mai stati visti portare frutti dai campi; la donna non era mai stata vista battere il sagu e l'uomo non era mai andato a caccia. Per questo motivo alcuni uomini del villaggio decisero di spiare la coppia. Un giorno Makina e Sapalewa erano impegnati come al solito a raccogliere e nutrire le larve nella corteccia. Queste erano cresciute enormemente e Sapalewa suggerì al marito che erano ormai abbastanza per la cena, quando all'improvviso i due furono sorpresi dal crepitare di un ramo e videro diversi uomini scappare. Il loro segreto era stato scoperto; per la vergogna la coppia non osava tornare al villaggio e decise di fuggire: "Andiamocene lontano" disse Loemakina. "Tu andrai verso ovest e io verso est, ci ritroveremo sulla costa." Detto questo l'uomo ruppe con una pietra il nido dei pidocchi che era sulla testa della donna e all'improvviso l'acqua usci spruzzando da tutte le parti. Più passava il tempo e sempre più acqua sgorgava dalla testa della donna. Gli spruzzi si trasformarono in un flusso che sgorgava dalla testa di Sapalewa, che trascino l'uomo, e li trasportò entrambi lungo il corso dei fiumi Sapalewa e Makina come attualmente esistono. I primi fiumi che comparvero a Seram. LoeMakina percorse la sua strada verso est, mentre Sapalewa si scavava la sua attraverso il terreno. Spinsero e presero a calci tutto ciò che incontrarono lungo la loro strada, scagliarono via lontano enormi pezzi di roccia e terra che ricaddero qua e la. Così nacque la montagna selvaggia e feroce. Loemakina dopo un giorno era già sulla costa, ma dovette aspettare sua moglie per due giorni. Questa rimase infatti all'inizio per due giorni in una fossa chiamata Tikosoene Tiboe per le purificarsi e lavarsi. Poi fuggì oltre, ma andò a sbattere sul monte Hatoesori, un gigantesco frammento di roccia, così grande che non poteva più andare avanti. Arrabbiata per questo ritardo, si gonfiò sempre di più, finchè il villaggio di Boeria, che era li vicino, fu in grande pericolo, rischiando di essere trascinato e inghiottito dall'infuriare delle acque. Ogni volta che si sentiva un boato, si potevano udire le parole di Sapalewa: "Hahate sa mai! Hahatatata'', che nella sua lingua significa: "Presto datemi!" Mentre le parole rimbombano come il suono di uno scalpello nella roccia. Gli abitanti del villaggio non capirono cosa volesse e gettarono tremanti di paura un cane nella corrente infuriata, ma un attimo dopo l'animale fu scagliato indietro da un vortice. Allora provarono ad offrire tutti i tipi di cibo salato, ma anche questi ribollivano e venivano scagliati indietro. Infine spinsero una vecchia giù nell'acqua e questa tornò poco dopo con il messaggio che Sapalewa voleva un parang, uno scalpello per potersi mangiare la sua strada attraverso la roccia. Si precipitarono allora lì per raccogliere e lanciare in acqua lo scalpello e non molto tempo dopo sentirono un rumore tonante. Ecco, che l'acqua che era già ai loro piedi e aveva raggiunto i pavimenti delle case, cominciò a scemare. Una volta scomparsa sottoterra nella parete di pietra, Sapalewa continuò il suo viaggio, ma qualche tempo dopo si dovette fermare nuovamente per rompere un percorso attraverso la roccia "Batoe tajane", la roccia al centro, infine, attraverso Batoetausiwa la roccia dei Siwa. Quando tornò ad emergere in superficie, ruotò lo scalpello verso il Kampong e si precipitò a riva. Il terzo giorno del suo viaggio si uni in mare con il marito Loemakina. Passarono la notte in un luogo oggi chiamato Lewenoewela. Questo nome ha origine nel modo seguente: In questo luogo in passato c'era un padre e suo figlio, che tornavano a casa al loro Dusun, il loro villaggio "Padre," disse il figlio "Verrò domani su questa spiaggia perché oggi ci sarà il Banjir! L'inondazione!" Ma il padre che non tollerava ritardi, rispose turbato: "Che, Banjir! L'acqua è grande come la pozza di un bambino piccolo, non ci sarà inondazione!" Così l'uomo ha proceduto nell'acqua seguito dal figlio. Ma Loemakina sentendo l'insulto che gli era stato fatto, si arrabbio cosi tanto da uscire dal suo corso, sbattendo la testa contro una roccia, e trascinandoli entrambe in un vortice. Al giorno d'oggi quando si passa sul Sapalewa non si osa pronunciare il nome del Makina e viceversa. Anche se tra le fonti di questi due fiumi esiste un crinale, la maggior parte degli uomini di Ahiolo è dell'opinione che questi hanno una comune origine. La Makina e Sakalewa sono cosi considerati come l'antenato e l'antenata degli altri fiumi di Seram occidentale e in particolare, la Mala e il Tala sono i loro figli e Hoewè è chiamato la loro figlia.  (De Vries 1927)