Una volta
sull'isola di Seram c'era una grande montagna, l'intera isola era
costituita da un altopiano. Al centro di questo, in un posto più o
meno dove oggi si trovano le sorgenti del Makina e del Sapalewa,
viveva una coppia, marito e moglie. Li ad una certa distanza dal
villaggio, avevano costruito il loro Pondok, la loro capanna. L'uomo
si chiamava Loemakina e la moglie Sapalewa. Un giorno si misero a
catturare pidocchi nella loro capanna. Una volta catturati li
raccolsero su un pezzo di corteccia, dove questi si trasformarono in
grandi larve del legno. Portarono queste larve al villaggio, dove
vennero da tutti mangiate con gusto. Gli abitanti del villaggio
avevano più volte chiesto ai due come riuscissero a vivere. Non
erano mai stati visti portare frutti dai campi; la donna non era mai
stata vista battere il sagu e l'uomo non era mai andato a caccia. Per
questo motivo alcuni uomini del villaggio decisero di spiare la
coppia. Un giorno Makina e Sapalewa erano impegnati come al solito a
raccogliere e nutrire le larve nella corteccia. Queste erano
cresciute enormemente e Sapalewa suggerì al marito che erano ormai
abbastanza per la cena, quando all'improvviso i due furono sorpresi
dal crepitare di un ramo e videro diversi uomini scappare. Il loro
segreto era stato scoperto; per la vergogna la coppia non osava
tornare al villaggio e decise di fuggire: "Andiamocene lontano"
disse Loemakina. "Tu andrai verso ovest e io verso est, ci
ritroveremo sulla costa." Detto questo l'uomo ruppe con una
pietra il nido dei pidocchi che era sulla testa della donna e
all'improvviso l'acqua usci spruzzando da tutte le parti. Più
passava il tempo e sempre più acqua sgorgava dalla testa della
donna. Gli spruzzi si trasformarono in un flusso che sgorgava dalla
testa di Sapalewa, che trascino l'uomo, e li trasportò entrambi
lungo il corso dei fiumi Sapalewa e Makina come attualmente esistono.
I primi fiumi che comparvero a Seram. LoeMakina percorse la sua
strada verso est, mentre Sapalewa si scavava la sua attraverso il
terreno. Spinsero e presero a calci tutto ciò che incontrarono lungo
la loro strada, scagliarono via lontano enormi pezzi di roccia e
terra che ricaddero qua e la. Così nacque la montagna selvaggia e
feroce. Loemakina dopo un giorno era già sulla costa, ma dovette
aspettare sua moglie per due giorni. Questa rimase infatti all'inizio
per due giorni in una fossa chiamata Tikosoene Tiboe per le
purificarsi e lavarsi. Poi fuggì oltre, ma andò a sbattere sul
monte Hatoesori, un gigantesco frammento di roccia, così
grande che non poteva più andare avanti. Arrabbiata per questo
ritardo, si gonfiò sempre di più, finchè il villaggio di Boeria,
che era li vicino, fu in grande pericolo, rischiando di essere
trascinato e inghiottito dall'infuriare delle acque. Ogni volta che
si sentiva un boato, si potevano udire le parole di Sapalewa: "Hahate
sa mai! Hahatatata'', che nella sua lingua significa: "Presto
datemi!" Mentre le parole rimbombano come il suono di uno
scalpello nella roccia. Gli abitanti del villaggio non capirono cosa
volesse e gettarono tremanti di paura un cane nella corrente
infuriata, ma un attimo dopo l'animale fu scagliato indietro da un
vortice. Allora provarono ad offrire tutti i tipi di cibo salato, ma
anche questi ribollivano e venivano scagliati indietro. Infine
spinsero una vecchia giù nell'acqua e questa tornò poco dopo con il
messaggio che Sapalewa voleva un parang, uno scalpello per
potersi mangiare la sua strada attraverso la roccia. Si precipitarono
allora lì per raccogliere e lanciare in acqua lo scalpello e non
molto tempo dopo sentirono un rumore tonante. Ecco, che l'acqua che
era già ai loro piedi e aveva raggiunto i pavimenti delle case,
cominciò a scemare. Una volta scomparsa sottoterra nella parete di
pietra, Sapalewa continuò il suo viaggio, ma qualche tempo dopo si
dovette fermare nuovamente per rompere un percorso attraverso la
roccia "Batoe tajane", la roccia al centro, infine,
attraverso Batoetausiwa la roccia dei Siwa. Quando tornò ad
emergere in superficie, ruotò lo scalpello verso il Kampong e si
precipitò a riva. Il terzo giorno del suo viaggio si uni in mare
con il marito Loemakina. Passarono la notte in un luogo oggi chiamato
Lewenoewela. Questo nome ha
origine nel modo seguente: In questo luogo in passato c'era un padre
e suo figlio, che tornavano a casa al loro Dusun, il loro villaggio
"Padre," disse il figlio "Verrò domani su
questa spiaggia perché oggi ci sarà il Banjir! L'inondazione!"
Ma il padre che non tollerava ritardi, rispose turbato: "Che,
Banjir! L'acqua è grande come la pozza di un bambino piccolo, non ci
sarà inondazione!" Così
l'uomo ha proceduto nell'acqua seguito dal figlio. Ma Loemakina
sentendo l'insulto che gli era stato fatto, si arrabbio cosi tanto da
uscire dal suo corso, sbattendo la testa contro una roccia, e
trascinandoli entrambe in un vortice. Al giorno d'oggi quando si
passa sul Sapalewa non si osa pronunciare il nome del Makina e
viceversa. Anche se tra le fonti di questi due fiumi esiste un
crinale, la maggior parte degli uomini di Ahiolo è dell'opinione che
questi hanno una comune origine. La Makina e Sakalewa sono cosi
considerati come l'antenato e l'antenata degli altri fiumi di Seram
occidentale e in particolare, la Mala e il Tala sono i loro figli e
Hoewè è chiamato la loro figlia. (De Vries 1927)
Gua Cerme
8 anni fa