martedì 17 gennaio 2017

Hatu Saka karst area






Gli abitanti del villaggio di Saleman la conoscono dalla notte dei tempi, anzi c'è chi dice che gli antenati dei primi uomini ne siano usciti per popolare il mondo. Dalla cima della montagna di Hatu Saka si vede il mare; i cacciatori Huaulu si tramandavano i segreti delle piste tra la montagna di pietra quando quel mare era solcato dalle navi pirata e ancora prima quando da lontano arrivarono i primi portoghesi cinque secoli fa. Tutti conoscevano quel foro enorme nella montagna, il luogo dove si precipitava tra nebbia e tra fragore il fiume Niatolun. Casa di spiriti e fantasmi, abisso a cui non avvicinarsi troppo, perché come tutti gli abissi a guardarci dentro ti strega. Sicuramente però non potevamo immaginare che quella grotta sarebbe diventata la più profonda dell'intera nazione indonesiana. D'altro canto quando loro sostavano accanto ad un fuoco sulla montagna, l'Indonesia ancora non esisteva e le foreste di Seram erano il centro del mondo. Forse negli anni in molti avranno pensato di scendere in quel pozzo senza fondo per vedere ciò che non si poteva vedere, di sicuro nel 1969 qualcuno non ci dormì la notte. Thalip racconta che fu su padre re di Saleman a guidare la spedizione. Erano in cinque, tre uomini da Saleman con due loro amici di Jakarta, quando arrivarono davanti all'enorme pozzo e lo videro ne furono stregati e decisero che sarebbero tornati per scenderlo. L'anno seguente tornarono con matasse enormi di scale di corda. Quando videro nuovamente l'ingresso forse provarono a lanciare un sasso per sentire che un fondo quel pozzo doveva pur averlo. I secondi passavano: sei, sette, otto.... fino al boato enorme, a cui risposero pipistrelli e salangane.  Ebbero timore e forse fu la loro fortuna. Decisero di usare le corde per misurare l'abisso, per sondare oltre la grande nuvola di nebbia che galleggiava nel pozzo. Fu cosi che dopo tanti sassi precipitati nell'abisso, una pietra scese il primo grande pozzo e tornò fuori: testimone che da quel luogo una volta scesi si poteva anche uscire. Dovranno passare 26 anni perché altri si affaccino oltre la soglia restando sospesi affascinati da un vuoto ancora senza fondo. Tornarono in forze, dai quattro angoli del mondo, giocarono e lottarono con l'acqua del Niatolun ma riuscirono a toccare un fondo, quasi la superficie di un altro pianeta. Tornarono fuori, primi testimoni di quel luogo capace di collegare il regno degli spiriti con il mondo degli uomini.  Eppure non tutte le strade erano state percorse. Fu cosi che anche noi fummo stregati dal grande pozzo di Hatu Saka. Sono passati altri venti anni, anche noi siamo stati seduti su quella soglia, ascoltando il volo dei grandi pipistrelli che si levano nella sera. Siamo scesi oltre la grande nuvola bianca, lungo la via dell'acqua e l'abbiamo esplorata. Abbiamo raggiunto un fondo e tracciato una via. Eppure sono sicuro che questo non sia il vero fondo. Hatu Saka è una via percorsa da spiriti, non un luogo da uomini, unisce mondi ed il suo fondo non può essere raggiunto: "..caverne smisurate, proibite agli uomini, fino ad un mare senza sole" Questo ho sentito tra le grida delle salangane, questo mi ha detto il Niatolun prima di precipitare in altri mondi.